martedì 25 luglio 2017

Always




Ci sono film di cui non sai parlare, perché somigliano così tanto a una sensazione che vuoi tenerli per te, mantenerli nel tempo, proteggerli dalle fiumane di parole che ti circondano. Sono film sfuggenti, fulminei, quasi astratti per come riescono a essere l'incarnazione fragilissima di un sentimento. Penso a "Always", il grande dimenticato della filmografia di Spielberg, che dice tanto, tantissimo sul cuore del suo autore, perché è così ubriaco d'amore da restituire l'idea di un tramonto: un addio, un commiato che è sempre un nuovo inizio, un amore così intenso da essere capace di dare senza ottenere più nulla in cambio...e di lasciare liberi. D'altronde Spielberg regala a Audrey Hepburn la leggerezza immortale degli angeli (come a Truffaut, in Incontri Ravvicinati, donava il sogno messianico di una nuova vita fatta di suoni e di luci mai viste).

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